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UNA STRATEGIA PER RISOLVERE I CONFLITTI: IL PROBLEM SOLVING

Immagine del redattore: Francesca AmmogliFrancesca Ammogli

Il problem solving

Tale metodo consiste in un processo in sei fasi, ed è l’unica applicazione del famoso “metodo scientifico” (dell’illustre pedagogo John Dewey, relativo al modo in cui l’individuo risolve i suoi problemi nella vita) per la risoluzione dei problemi nei conflitti tra individui o gruppi.

Le sei fasi sono:

1. Esporre in modo chiaro i termini del problema.

2. Proporre le possibili soluzioni.

3. Considerare le varie soluzioni (aspetti negativi e positivi di ogni proposta).

4. Eliminare le soluzioni valutate non appropriate ed individuare le più adatte a risolvere

la situazione).

5. Definire le modalità per attuare la soluzione prescelta.

6. Verificare che la soluzione individuata abbia effettivamente risolto il problema.


Il genitore, per esempio dovrà intavolare una comunicazione positiva con il figlio e condurre se stesso e l’altro a negoziare una soluzione che soddisfi i bisogni di entrambi. Partendo dal presupposto che il figlio


ha una sua saggezza e una sua responsabilità nella riuscita della soluzione del problema, lo s’inviterà a formulare ipotesi di soluzione e ad impegnarsi nel limite delle proprie possibilità a prestare fede agli impegni assunti. Il ragazzo, sentendo di collaborare effettivamente alla formulazione della soluzione, si sentirà maggiormente investito dalla responsabilità di dargli un buon esito e sarà fortemente motivato a trovare soluzioni creative ed efficaci ai problemi. Legittimato dalla fiducia del genitore, s’impegnerà poi in seguito a mantener fede a quanto da lui stesso promosso.


Perché funziona?

Sono necessarie numerose interazioni per completare il processo di risoluzione del conflitto. Figli e genitori collaborano per trovare una soluzione che possa essere accettata da entrambi nel rispetto delle esigenze reciproche e della reciproca soddisfazione.

Ne consegue che attraverso questo processo “democratico” si produce quanto segue:

• sentimenti positivi di reciproco rispetto;

• cooperazione e non competizione (il che favorisce la risoluzione del problema);

• vengono stimolati il pensiero creativo, l’intelligenza e l’esperienza dell’adulto e del giovane in un processo sinergico;

• sono stimolate la responsabilità e la maturità dell’adolescente



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