Con tale tecnica, chiamata di “confronto”, il genitore mette a confronto i propri sentimenti e bisogni con i comportamenti disturbanti del figlio. E’ attraverso la corretta espressione di ciò che l’adulto prova, quando il ragazzo agisce un comportamento inaccettabile, che il figlio si rende conto delle conseguenze del proprio agire e delle reazioni che ciò determina negli altri. Quando è il genitore stesso a vivere una situazione di disagio è importante che sappia comunicarla efficacemente, senza incorrere negli errori della comunicazione.
I messaggi-Tu esprimono un giudizio su chi ascolta.
I messaggi-Io palesano un sentimento di chi parla.
Il messaggio-Tu “Sei disordinato” è una comunicazione inefficace, perché provoca ribellione e atteggiamenti difensivi.
Il messaggio-Io “Io mi irrito” è una comunicazione efficace, poiché non esprime alcuna valutazione su colui che compie l’azione, ponendolo innanzi alle conseguenze della propria azione ed ai sentimenti che ne derivano.
La tecnica del messaggio-Io si attua in tre momenti:
1. Descrizione senza giudizio del comportamento dell’altro;1“Quando tu non rimetti a posto pennelli e colori”
2. Descrizione dei personali sentimenti; 1”io mi irrito”
3. Reazione agli effetti tangibili e concreti.;1”perché possono cadere a terra e macchiare il pavimento.”
Il genitore comunica i propri sentimenti al figlio: tale autenticità fa percepire al ragazzo il reale vissuto del genitore senza costringerlo ad assumere atteggiamenti di difesa. Nel contempo il messaggio indica al ragazzo il suo comportamento inaccettabile, il problema ridiventa del figlio e il genitore può passare all’ascolto attivo.
Ad esempio
“Quando tu fai lo sgambetto ad un compagno (descrizione senza giudizio), questi può cadere (effetto tangibile), ed io perdo la calma (reazione agli effetti).”
In questa comunicazione non abbiamo un messaggio-Tu (malgrado compaia il pronome tu), poiché non ci sono valutazioni negative sul ragazzo. Anzi, si mette in risalto che è un comportamento specifico a provocare il problema, e non il figlio richiamato.
L’uso del messaggio-Io comporta sempre l’espressione dei propri sentimenti, la disponibilità a cambiare il proprio modo di rapportarsi agli altri, prendendo coscienza responsabilmente dei propri vissuti.
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